Visso, rinascerai…
Un pomeriggio qualunque, ma un’occasione unica: quella di praticare sport lì, dove, il terremoto fa ancora paura. Arrivo a Visso intorno alle 19.30, mi attende il Memorial Adriano Lelli da arbitrare al “Laghetto”.
Si affrontano Preci calcetto femminile e una selezione locale, ma non sarà una serata come tante altre. Perchè, appena entro a Visso, non riesco a rassegnarmi all’idea di quello che ho già visto a L’Aquila, ad Arquata, ad Amatrice. Macerie, distruzione, camionette dei militari che attraversano una città surreale devastata dal sisma dei mesi scorsi.
Eppure, qualche chilometro oltre, la vita prova a riprendere davanti ad un campo di calcio a 5. E’ la vita di papà Franco, che ricorda ogni anno suo figlio Adriano e al quale, il terremoto, non ha tolto la voglia di organizzare un memorial per lui. E’ la vita di coloro che, davanti il Laghetto, contemplano Visso e la sua bellezza, davanti ad un buon caffè.
Ma io, arrivato in netto anticipo, vivo tutto col dolore nel cuore. Incontro Enrico, un amico civitanovese lì per caso. Scambiamo due chiacchiere, parliamo di una città splendida che non vede l’ora di ripartire. Nonostante le macerie, le difficoltà, le paure.
Poi arriva Alessandra, con la quale in questi mesi abbiamo portato avanti sogni e speranze di rinascita. Vengo da Civitanova, le scosse le ho sentite ma non subite, eppure è come se io stesso avessi perso tutto. Resto incredulo, guardo a ripetizione quelle case fatiscenti e quelle strade che, fino ad ora, avevo visto solo in scenari di guerra. Provo a mettermi nei panni di chi, in quelle case, ha vissuto per anni e ora può solo vivere di ricordi. Una poltrona dondola su un cumulo di macerie, chissà quanti ricordi in così pochi centimetri di legno e stoffa. Non riesco a non pensarci, non riesco a distaccarmi da tanto dolore.
Poi arrivano le squadre, conosco Franco e la sua forza. E’ laziale, io romanista e ci scherziamo su. Ma soprattutto è romano, come me. E mi racconta di Adriano, del terremoto, di Visso. Poi si inizia, si arbitra ma non è come sempre. Ci si diverte, si ricorda un amico, non c’è spazio per proteste e polemiche.
Tutti insieme, giochiamo, mentre intorno a noi una città prova a rinascere. Ed è quello che penso, a fine gara, quando vado via. RINASCERAI VISSO, RINASCERAI…