Caro stadio, quanto mi sei mancato…

Certi amori, non finiscono…fanno dei giri immensi ma poi ritornano. Chi non ricorda questa splendida canzone di Antonello Venditti, AMICI MAI. Una canzone che, nel mio caso, si sposa bene con quello che è successo domenica.

Non la solita domenica, non il solito weekend da qualche anno a questa parte. Ma un giorno speciale, allo stadio, da dove mancavo da tempo immemore.

In questi anni ne ho passate tante, fatte tante, seguite tante. Ma il calcio dilettantistico, quello no, non avevo avuto più modo di seguirlo. E invece, grazie al Caldarola e al mio quotidiano L’Indiscreto, tutto è stato nuovamente possibile. Perchè alle 15.30, per il calcio d’inizio della sfida contro Muccia, ero lì, nella mia postazione, nel mio habitat naturale. Ero lì, come anni prima, con la solita passione, la solita voglia, la solita emozione.

Tutto come prima, tutto come se mai il tempo fosse trascorso. L’arrivo, le distinte, quattro chiacchiere sul terreno di gioco, il saluto ai mister, l’inizio della gara. Il cronometro, il tablet, la reflex, le note. Scrivi, osservi, analizzi, pensi. Pensi a quanto ti è mancato tutto questo, a quanto avresti voluto impegnare le tue domeniche pomeriggio lì, davanti ad un pallone, dentro uno stadio. Pensi che, in fondo, poco o nulla è cambiato. Anzi, forse qualcosa sì.

Sono maturato, ho fatto esperienze, ho aperto un’agenzia di comunicazione ma io, la domenica, devo essere lì. Perchè non vi è ambiente che più mi si ritagli addosso, non vi è posto che più mi rappresenti. Perchè lo sport è la mia vita, il calcio è la mia passione e non solo lavoro. E se, dopo tanto tempo, sto di nuovo lì a scrivere chiuso dentro una cabina, non posso che dire grazie al Caldarola e al presidente Leonardo Maccari e alla direttrice Paola Verolini che, dopo tanti anni, ancora mi supporta.

E se Emanuele Trementozzi si è fatto conoscere grazie al calcio dilettantistico marchigiano, non poteva che tornare lì, nel suo habitat, dove tutto è iniziato. E forse, posso dirlo, non è mai finito…