Insulti e derisioni, il giorno dell’addio alla divisa vi ringrazierò
OGGI, PIU’ CHE MAI, FIERO DI ESSERE UN ARBITRO.
Perchè se è vero che un insulto fa male, sempre, che una minaccia smorza la passione, spesso, è pur vero che quella divisa, per la quale sudo e combatto, mai mi lascerà.
E quando un giorno, chissà quale, deciderò di aver dato ormai tutto e di chiudere la mia umile carriera arbitrale, allora verrà il giudizio.
Ringrazierò, prima di chiunque altro, tutti coloro che mi hanno deriso e insultato. Dirò grazie a tutte quelle brave persone che al dialogo hanno preferito le minacce, all’errore hanno contrapposto la premeditazione, all’educazione hanno frapposto l’inciviltà. Li ringrazierò perchè mi hanno fatto capire molto, in primis da chi stare lontano.
Li ringrazierò per avermi dato la giusta idea di chi stesse nel giusto e chi nel torto, li ringrazierò per aver dato il meglio che potessero dare.
E se nel corso degli anni si sono susseguiti gli:”imbecille, pezzo di merda, bastardo, figlio di puttana”, non potrò che esserne orgoglioso. Perchè gli insulti, in fondo, rispecchiano chi li riferisce.
Ma soprattutto, parlo proprio a voi, SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE UN NANO DI MERDA. Orgoglioso di aver sopperito, nella vita, ad una limitazione fisica con una qualità che voi mai potrete avere: L’INTELLIGENZA. Orgoglioso di aver raggiunto, con i miei 155 centimetri, traguardi da voi neanche lontanamente immaginabili. Orgoglioso di aver portato avanti i veri valori dello sport senza essere alto due metri.
Perchè in fondo, quello che mi è stato tolto in altezza, il destino mi ha dato in personalità. Che, ricordatelo bene, si manifesta con l’intelletto non con le misure.
Io, dall’alto dei miei 155 centimetri di umiltà e umanità, non potrò che crescere culturalmente e mentalmente. Voi, dal basso dei vostri chissà quanti metri, avete già intrapreso la strada della demente regressione.