Quando da una penna nascono sentimenti…
Scrivere è da sempre la mia passione, nata fin quando, da bambino, prendevo carta e penna per buttare un occhio sul mondo che mi circondava. Poi, crescendo, quella passione è diventata pian piano una professione, nonostante le molteplici difficoltà e deviazioni che il giornalismo ha subito nel corso degli anni.
Come sono lontani, infatti, quei giorni in cui acquistavo Il Messaggero e sognavo, da grande, di poter scrivere per il giornale di Via del Tritone a Roma. Ricordo ancora i primi passi con Cronache Cittadine a Colleferro, quindi il trasferimento a Civitanova e quel lungo periodo senza scrivere. Ma il primo amore, si sa, non si scorda mai e anche nelle Marche, dopo un pò di tempo, riesco a fare ciò che più mi piace: scrivere. L’ho fatto per diverse testate online, che ringrazio, prima di affermarmi e stabilizzarmi con il quotidiano online regionale L’Indiscreto (www.lindiscreto.it). Una collaborazione viscerale, unica, irripetibile, che tutt’oggi prosegue a distanza di sei anni.
Con il tempo, però, è cambiato il modo di approcciarmi alla scrittura. Ho sempre rifiutato di considerarla un semplice lavoro, elevandola piuttosto ad un’amica immaginaria che mi accompagna nei momenti difficili. Nella prosa, nel racconto, infatti, ho scoperto me stesso. Lì dove fallisco, penso ad esempio alla comunicazione intimale, riesco invece attraverso la scrittura. Con carta e penna, forse più spesso tastiera e pc, riesco ad esprimere quei sentimenti che invece difficilmente vengono fuori. Riesco ad entrare nel profondo del mio animo, della mia coscienza, della mia personalità.
Per questo motivo, fatta eccezione per L’Indiscreto, verso il quale nutrirò sempre profonda riconoscenza, così come per la direttrice e amica Paola Verolini, ho deciso negli ultimi tempi di tracciare una profonda linea di demarcazione.
Scrivo, professionalmente parlando, a determinate condizioni e principi guida. A difesa, infatti, della mia dignità professionale e profondamente intima, non ho accettato e non accetterò collaborazioni fredde o poco riconoscenti, perchè al gioco al ribasso che ha investito la professione giornalistica IO DICO NO. Allo svilimento di un’arte, perchè di tale si tratta, IO DICO NO. Alla logica del:”Tanto ci sarà sempre qualcuno che lo farà al posto tuo”…IO DICO NO.
Scoprire il senso e il privilegio del saper dire NO, è stato il primo atto rivoluzionario verso me stesso, che ho ritrovato dopo mesi di grande difficoltà. Lo dovevo ad Emanuele, lo dovevo alla mia persona e alla mia dignità.
Conscio delle difficoltà, delle malelingue, di chi ti giudica arrogante senza conoscerti. Perchè piuttosto faccio altro, anche meno gratificante, ma alla distruzione della mia integrità morale e professionale io DIRO’ SEMPRE E SOLO DI NO.